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11
Ottobre
11 Ottobre 2016 / 15 Novembre 2016
Roma, Bruxelles, New York
“Fotografare. Ti piace l’idea che conservare dei ricordi possa servire a qualcosa. Un giorno qualunque, un attimo di felicità, il primo caffè della mattina, un incidente sgradevole al lavoro, quel volto particolare che hai appena colto di sfuggita in controluce, il modo in cui hai scostato i capelli dal viso e come il tuo vicino di casa ha spinto il cassonetto dal cortile sul marciapiede a testa bassa, voltandosi di scatto per tornare in fretta dentro casa, con le pantofole ai piedi e quel completo che sembra tanto un pigiama”.
A parlare sono gli scatti di Tibor Radvanyi, residente a Bruxelles, giunto a Roma per esporre presso lo Spazio Caffetteria dall’ 11 ottobre al 15 novembre 2016. Qualcuno ha detto che si fotografa con gli occhi e Tibor ne ha fatto il suo credo.
“Non ti è facile spiegare che senso ha per te catturare quei momenti. Forse non sei neanche convinto che ci sia davvero un senso, eppure continui a fotografare. Quasi sempre in città, camminando per strada, dove ti senti al sicuro, anche se non lo sei davvero, ma rimanere a casa è ugualmente un rischio calcolato. Scegli di camminare lentamente, la gente attorno a te rallenta il passo, ma forse è soltanto una tua impressione. Cogli frammenti delle loro conversazioni, e subito ti senti parte della loro vita. Perché ciò che dicono ha un suono familiare. Come se tu avessi pronunciato quelle stesse parole non molto tempo fa. E fai un altro scatto”.
BIO |
Tibor è interprete di conferenza a Bruxelles. Il suo lavoro lo porta in giro per l’Europa. Ha sempre la macchina fotografica con sé, nella borsa o in tasca.
INFO |
radvanyi@gmail.com
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