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21 Novembre 2003 / 29 Febbraio 2004
Alla fine dell’Ottocento Barcellona, che aveva ospitato l’Esposizione Internazionale del 1888, si profila come la città più dinamica della Spagna e come la capitale del Modernismo, la peculiare versione locale del movimento internazionale dell’Art Nouveau. In particolar modo si delineò, attraverso una fervida attività edilizia che ridefinì il profilo della città, l’opera di Antoni Gaudì, uno dei massimi architetti e artisti del periodo, che con incredibile precocità rispetto al contesto europeo realizzò opere radicalmente innovative non solo per la storia dell’architettura, ma per l’intero immaginario artistico e visivo del Novecento.
La mostra che il Chiostro del Bramante presenta, è senza dubbio la più completa e spettacolare su Gaudì e la cultura del suo tempo mai organizzata in Italia, in collaborazione col Museo Nazionale d’Arte della Catalogna e con la Fondazione Gaudì di Barcellona. Essa si colloca in un progetto culturale del Chiostro del Bramante dedicato alla valorizzazione di complessi momenti artistici, non solo pittorici, che ha già visto realizzata la grande mostra sul Liberty in Italia, e che proseguirà in primavera con la straordinaria edizione del Déco in Italia.
Attraverso una ricca selezione di capolavori che riassumono la visionaria capacità di trasformazione delle forme di Gaudì, capace di plasmare e di innovare tipologie immobili da millenni (edifici, facciate, porte, sedie, divani, mattonelle, oggetti) con una forza creativa basata sulla mimesi con la natura, la mostra presenta la personalità complessa e introversa dell’artista che seppe influenzare intere generazioni d’artisti con le sue creazioni, dai Surrealisti all’attualissima architettura “decostruttivista”.
In mostra sono presenti quasi tutti gli esempi “mobili” che realizzò per le case e i palazzi più famosi (Casa Vicenç, 1883-85; Casa Calvet, 1900-1901; Casa Milà, 1906-1910; Casa Batllò, 1907): sedie, cancelli in ferro battuto, tavoli, poltrone, ecc. Inoltre è presente in mostra il grande modello in gesso del primo progetto (1910) della facciata della Sagrada Familia, e diversi oggetti di ferro battuto, tecnica tipicamente catalana che Gaudì prediligeva e rivalutò nel campo delle arti applicate. I mobili, gli oggetti e i progetti degli architetti Josep Maria Jujol, Rafael Masò, Josep Puig i Cadafalch, e di ebanisti-artisti come Aleix Clapes i Puig, Gaspar Homar e Joan Busquets, di arguta e sfrenata fantasia, mostrano come il modernismo divenne una vera e propria moda apprezzata dalla ricca e dinamica borghesia catalana, anche nelle versioni più estreme e “creative”, su cui domina naturalmente il magistero di Gaudì.
La mostra presenta oltre 120 opere (tra dipinti, sculture, disegni, manifesti, ceramiche, gioielli, ecc.), che per la prima volta escono dalla Spagna in tale quantità e qualità, grazie al generoso prestito del nucleo principale dovuto al temporaneo restauro del Museo Nazionale d’Arte di Catalogna, in un’occasione assolutamente irripetibile. L’insieme delle opere ci restituisce un ricco e complesso profilo del vivace contesto modernista di Barcellona, formato da artisti scapigliati alla ricerca di una modernità internazionale (molti si recavano regolarmente a Parigi), tra cui si incontrano personaggi straordinari come Ramon Casas, Santiago Rusignol e il famoso gruppo che si riuniva nel locale “Els Quatre Gats”, seguiti dai più giovani Hermenegil Anglada Camarsa, Joaquim Mir, Isidre Nonell (la cui pittura fu importantissima per il primo Picasso) e lo stesso Pablo Picasso, che fino al 1904 risiedeva alternatamente a Parigi e Barcellona e di cui, tra l’altro, è presente in mostra un piccolo capolavoro giovanile, Cursa de braus, del 1901.
Mostra In collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma – Fondazione Gaudì – Museo Nazionale d’Arte della Catalogna
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