L’infanzia, i ricordi lontani, il sogno che si sovrappone alla realtà: sono questi i temi principali della pittura di Domenico Ruccia (Bari, 1986) e dei lavori esposti dal 12 dicembre 2017 al 9 gennaio 2018 presso lo Spazio Caffetteria del Chiostro del Bramante di Roma.
Trattasi di 10 oli su tela, parte della serie pittorica dal nome TOYS, con soggetto i giocattoli in legno, il cui intento è innescare nell’osservatore il processo del ricordo, guidandolo in un mondo metafisico, attraverso una pittura che si pone esattamente a metà strada tra il classico ed il contemporaneo.
Nelle opere sono racchiusi gli elementi essenziali della poetica dell’artista: sono i forti contrasti cromatici, le atmosfere oniriche ed il richiamo ad una tradizione pittorica con radici lontane, a rendere questi lavori estremamente suggestivi.
Ma il fine dell’artista non è unicamente circoscritto alle impressioni nostalgiche, cercando difatti un’interazione con l’osservatore, un collegamento che permetta di condividere delle emozioni. Il ricordo rappresenta pertanto il pretesto per qualcosa di più grande: è la ricerca di un viaggio introspettivo che ci porti in una dimensione psicologica differente.
Bio | Domenico Ruccia (Bari, 1986) rientra tra gli artisti più promettenti che operano attualmente nel sud Italia. Ha frequentato la Scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Bari, collaborando durante gli studi con l’Accademia di Belle Arti di Zagabria.
Svolge la sua attività quale pittore e illustratore; nel luglio 2016 i suoi lavori erano presenti nella mostra internazionale “Works on Paper” organizzata dalla Brick Lane Gallery di Londra. Da febbraio a luglio 2017 ha collaborato con l’Università di Arte e Design di Cluj-Napoca, quale assistente del direttore della Scuola di Pittura Ioan Sbarciu. Il 26 ottobre 2017 viene inaugurata la sua prima personale “Memories Storyteller” presso la Galleria della Fondazione Mario Moderni, nel cuore di Roma.
Il suo stile è caratterizzato da un innovativo linguaggio visivo: le sue tele, dedicate ai giocattoli ed all’infanzia, richiamano una nuova chiave di lettura onirica e metafisica dell’opera d’arte.
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